Oggi, per l’ennesima volta, le autorità accademiche hanno dimostrato che di democrazia, nell’ università, è inutile parlare. Dopo due interruzioni in senato accademico, la prima degli studenti e la seconda dei ricercatori, il Rettore e i gattopardi hanno avuto il coraggio di ignorare completamente le istanze portate da più di duecento persone in presidio al rettorato.
Chiedevamo le elezioni studentesche, per un motivo molto semplice: abbiamo ricevuto dagli studenti che ci hanno votato (la maggioranza, per giunta!) un mandato biennale, e riteniamo vergognoso e inaccettabile prolungarcelo. Questo farebbe di noi dei miseri poltronai. Abbiamo sempre creduto (e continuiamo a farlo) nella rappresentanza come mezzo, come strumento per ottenere l’ampliamento dei diritti ed un’università più equa e giusta. Non abbiamo mai creduto – come invece fa Obiettivo Studenti, la lista che fa capo a Comunione e Liberazione – nella poltrona in quanto tale.
Alla scadenza di un mandato democratico è necessario andare nuovamente al voto. Questo fatto è talmente semplice che non possiamo nascondere un certo stupore davanti a ciò che è successo oggi in senato accademico. Nonostante la palese semplicità della nostra esigenza di andare a votare, i rappresentanti di Comunione e Liberazione, coadiuvati dai soliti gattopardi, hanno ben deciso che, per un motivo o per l’altro, non era il caso di procedere ad un’ulteriore, inutile, costosa consultazione elettorale.
Quando questa decisione è stata approvata a ristretta maggioranza (8 a 7), ufficializzando un vero e proprio atto autoritario dell’ateneo, il presidio è entrato nella sala riunioni del rettorato bloccando il senato accademico. Pochi secondi dopo, abbiamo consegnato il plico con le dimissioni di tutti i rappresentanti degli Studenti Indipendenti, dai Consigli di Facoltà agli organi centrali. Vogliamo rimanere coerenti con le nostre idee, e tra queste vi è una visione ben precisa di cosa è democratico e cosa non lo è.
Allo stesso tempo, oggi c’è stata un’altra bella prova di rispetto della democrazia: nonostante il voto democratico dei ricercatori, è stato fatto in modo che la componente nella commissione statuto (altro bell’esempio di zozzerie e lottizzazioni) dei ricercatori non rispettasse le nomine assegnate; così dei due rappresentanti della Rete 29 Aprile, che ha occupato le università assieme a noi quest’autunno, solo uno è entrato in commissione.
A questo punto, è bene che i gattopardi se lo ficchino bene in testa: per la democrazia noi lottiamo ogni giorno, e non basta un voto in senato accademico per farci retrocedere.
Che si sappia: da oggi, ogni senato accademico, Consiglio di Amministrazione, Commissione o Consiglio di Facoltà sarà illegittimo, in quanto non avrà alcuna rappresentanza degli studenti. E, se non basterà questo, saremo noi a renderli impraticabili, interrompendo le sedute. E’ ora che le autorità accademiche si rendano conto di una cosa: che questa università non appartiene ai direttori amministrativi, al rettore o ai consiglieri di ammnistrazione; essa è proprietà di chi vi studia e di chi ci lavora. E’ dei ricercatori, è dei precari, è dei bibliotecari, è degli studenti. E se a questi soggetti non è garantita la rappresentatività, allora quest’università non deve poter funzionare.
Ai senatori che oggi si sono resi complici di questa scelta, al Rettore e ai gattopardi, e soprattutto ai “rappresentanti” (davvero significa questo “rappresentare” qualcuno?) degli studenti di Obiettivo Studenti e del FUAN, ci sentiamo di dire: se siete così miseri e poltronai da dovervi attaccare alla cadrega con le unghie, se non avete alcuna intenzione di concedere spazi democratici nella commissione statuto, se – in poche parole – non siete in grado di garantire democrazia all’interno dell’ateneo, questa democrazia noi ce la prendiamo. Da soli.
Studenti Indipendenti [ LINK ]