Recentemente si fa un gran parlare di musica online, di nuovi canali distributivi e di una possibile rinascita di una cultura musicale italiana dopo anni di crisi economica del settore.
Gli addetti ai lavori seguono con attenzione il grosso lavoro che sta facendo Filippo Sugar e della sua rivoluzione all’interno della SIAE. Essendo da poco diventato il presidente della Società degli Autori ed Editori, sta apportando notevoli modifiche all’interno del sistema; la prima di tutte sarà il nuovo sito internet, che sarà pronto entro l’estate. Il fine ultimo di questa mossa è quella di semplificare il più possibile la comunicazione con gli associati e con coloro che vogliono usufruire della musica di suddetti autori. Maggiore chiarezza, maggiore trasparenza e migliore rapporto con gli associati: queste sono le linee del suo operato. Il fine ultimo è quello di far capire cos’è il diritto d’autore, cercando di svecchiare il concetto e di far capire, soprattutto alle nuove generazioni, che l’artista deve essere remunerato per le sue opere. .
I giovani d’oggi, quelli che usufruiscono maggiormente della musica, non sanno quasi nulla di concetti come nativi digitali o diritto d’autore e lo dimostra la crescita della pirateria. Diventando sempre più avvezzi alla tecnologia, si scoprono anche nuovi modi per, ad esempio, scaricare musica in maniera illegale. Dal canto suo, anche la SIAE vuole sempre più rafforzare il suo contatto con chi usufruisce dei servizi che offre e questo è una cosa che Filippo Sugar vuole assolutamente ribadire. Proprio per questo periodo, è stata divulgata una ricerca dell’Università la Sapienza di Roma, che prende in esame i gusti e le abitudini di tutti coloro che possono avere a che fare quotidianamente con il copyright.
Filippo Sugar, Presidente SIAE
Si naviga su internet tutti i giorni e si va alla ricerca di musica, film e altri prodotti che si trovano in rete. Il 90% del campione preso in considerazione ha dichiarato di scaricare abitualmente questi files da internet, giustificando il tutto con il fatto che si tratta di risorse che si trovano gratuitamente. Si ha il massimo della scelta a costo zero. Sebbene ci siano ancora coloro che preferiscono pagare un abbonamento per sentire della musica, utilizzando servizi come Spotify, la gran parte di coloro che vengono definiti come nativi digitali non bada molto all’etica, sebbene si sia a conoscenza dell’illegalità dell’azione che si compie. In poche parole, i ragazzi che preferiscono piratare musica, film e quant’altro non hanno alcuna paura delle conseguenze di ciò che fanno perché pensano che il mondo del web sia privo di etica e regole. Un grande mare da cui attingere in maniera gratuita tutte le risorse che si desiderano, senza pensare minimamente a retribuire gli autori e a onorare il loro diritto. Come sottolineato da Filippo Sugar, questi dati sono molto importanti e si devono tenere in considerazione nel momento in cui si cerca di riformare il sistema, tentando di rifavorire il dialogo tra le parti e cercando di migliorare il tutto. La musica, il cinema e il mondo della creatività in genere senza la giusta retribuzione del diritto d’autore per gli artisti non avrebbe nessun futuro.